Nel 2019, in Italia la stagione degli incendi è stata lunga. Troppo lunga. Secondo i dati del centro studi EFFIS della Commissione Europea, il primo incendio dell’anno si è verificato il 7 gennaio e ha bruciato 350 ettari di foreste in provincia di Varese. L’ultimo, che ha bruciato 250 ettari di macchia mediterranea, è stato registrato il sulla costa occidentale della Sardegna il 23 ottobre. L’Italia è stata avvolta dalle fiamme praticamente tutto l’anno.

L’aumento della durata della stagione degli incendi è una caratteristica che accomuna l’Italia a tanti altri paesi del mondo: uno studio recentemente pubblicato su Nature ha dimostrato come rispetto a tre decenni fa la stagione degli incendi si sia allungata in media del 18,7%. Il riscaldamento globale, e in particolare l’aumento della frequenza ed intensità dei periodi di siccità, sono senza dubbio parte della spiegazione. A causa di questi fattori, le foreste presentano delle condizioni favorevoli agli incendi per un periodo di tempo più lungo rispetto al passato. A questo si aggiunge che complessivamente gli alberi sono più secchi, e quindi il fuoco divampa con più facilità: bastano un fulmine o un piromane a scatenare un rogo difficile da contenere.

Nel sud Italia l’emergenza incendi esiste già. Il 2019 è stato un anno particolarmente negativo visto che, secondo Coldiretti, gli incendi sono quasi triplicati rispetto al 2018. Come spesso accade, il picco di roghi si è verificato in piena estate. La Sardegna è stata colpita soprattutto nel mese di luglio, con roghi significativi soprattutto in provincia di Nuoro. In Sicilia, soprattutto nelle province di Palermo e Trapani, all’inizio di agosto sono scoppiati 150 incendi in tre giorni. Un simile scenario si è verificato in Calabria, dove l’azienda regionale per la forestazione Calabria Verde ha effettuato oltre 7200 interventi su circa 6800 focolai.

Nelle fiamme che si propagano sempre più violentemente nei nostri boschi si cela una beffa che va al di là delle immediate perdite umane, paesaggistiche ed economiche. Quando gli alberi bruciano, il carbonio che hanno immagazzinato fino a quel momento si disperde nell’atmosfera, contribuendo drammaticamente all’effetto serra.

È questo l’altro volto, ironico e crudele, dei cambiamenti climatici: accelerano per ogni foresta in fiamme.