Il 28 maggio 2019, il Giro d’Italia sarebbe dovuto transitare per Passo Gavia. Non è stato possibile, perché il passaggio era ostruito dalla neve.

Di per sé, la presenza di neve su un passo situato a 2621 metri di altezza non rappresenta certo un fenomeno inusuale. Persino il fatto che fossero gli ultimi giorni di maggio non contribuisce a renderlo un caso unico: diverse tappe del Giro d’Italia, inclusa una memorabile il 5 Giugno 1988, sono transitate per Passo Gavia tra cumuli di neve. In qualche occasione, come nel 2013, era persino già capitato che il percorso venisse modificato per inagibilità.

Eppure, questa volta è stato diverso. Perché a maggio la neve sul Passo Gavia ha raggiunto i sei metri e mezzo di altezza, ma anche perché molta di quella neve era caduta ad aprile e soprattutto a maggio, quando tutto il nord Italia è stato investito da giorni di freddo e nevicate eccezionali. La quantità di eventi come questi in primavera potrebbe aumentare nel prossimo futuro, dal momento che tali fenomeni nevosi estremi sembrano verosimilmente collegati alla destabilizzazione delle correnti polari di aria fredda, causata dai cambiamenti climatici.

La neve di maggio non è come quella che cade in inverno, perché non ha lo stesso tempo per saldarsi al terreno ed il manto nevoso risulta conseguentemente meno compatto. In questo modo, aumentano i rischi di slavine. Per di più, il Gavia era ancora carico di neve proprio a causa dell’ondata di freddo, che ne ha rallentato lo scioglimento ed il distacco dai versanti più ripidi. La possibilità di caduta delle valanghe sul tracciato era concreta, non potevano essere garantite le necessarie condizioni di sicurezza per gli atleti. Si è deciso così di fermare il lavoro delle spalatrici, incessante fino a quel momento, e deviare il percorso della sedicesima tappa della 102ª edizione del Giro d’Italia.

Qualche appassionato sul Monte Gavia ha provato a salirci lo stesso. Sono partiti da Ponte di Legno, in Val Camonica, ed hanno cominciato a pedalare per i circa 18 chilometri che li separavano dal passo. Immersi in una bufera di neve, si sono inerpicati tra i tornanti, sono entrati in lunga galleria ancora ghiacciata, hanno sorpassato le spalatrici, lasciate lì in attesa di un meteo più favorevole.

E si sono trovati davanti ad un insormontabile muro di neve.