Il cambiamento climatico non solo trasforma il paesaggio, ma anche il modo in cui questo interagisce con l’uomo. Una vegetazione fitta, selvaggia, diventa un potenziale pericolo se non viene curata: ai boschi esposti a periodi di siccità sempre più lunghi e più intensi basta una piccola scintilla per diventare un inferno. Le nuove, brutali tempeste abbattono alberi con una facilità inaspettata, mettendo così a rischio cittadine, linee elettriche, strade. Sono i due volti delle nostre foreste, un tesoro e uno strumento fondamentale per affrontare il cambiamento climatico, ma anche un potenziala minaccia se lasciate a sé stesse.

L’Abruzzo, più di tante altre regioni, è alla ricerca di una ricetta per affrontare questa pericolosa nuova normalità. Il 41% della sua superficie è occupata da foreste, il 30% sono parchi e aree protette; tra il 2012 e il 2017, 15mila ettari di boschi sono andati in fumo, 5mila solo nel 2018 e 2019. Sono state colpite anche le foreste primarie, quelle naturali, ma soprattutto quelle piantate negli anni ’50 e quelle nate dall’abbandono della campagna, e che ora giacciono spesso dimenticate, senza manutenzione, ad affrontare da sole i rischi di un mondo sempre più ostile. Interventi come quello ritratto nella foto, in corso in provincia dell’Aquila sono così sempre più importanti per prevenire il rischio di incendi e la caduta di alberi sulle linee a media e bassa tensione. Come giardinieri di un’intera foresta, gli addetti Enel al taglio degli alberi e alla manutenzione dei boschi liberano dagli arbusti fasce tra i sette e gli undici metri, sia perché i tronchi non possano cadere sulle linee, che perchè queste aree agiscano anche da zone buffer: se gli incendi arriveranno anche qua, queste barriere al contrario impediranno la propagazione delle fiamme e circoscriveranno l’area colpita. È un’operazione che andrà svolta in concerto con chi ancora vive le foreste in prima persona, dagli agricoltori ai forestali, perché ciascuno dia il proprio contributo alla sopravvivenza di uno dei più preziosi tesori italiani.